Riceviamo e siamo lieti di pubblicarlo nel nostro blog, il contributo di Fede di Don Daniele Bisato, parroco della Chiesa di S.Agostino di Ventimiglia. ... grazie a nome della redazione.
Federico Di Caro
Ci sono certe
espressioni che nella mente di un credente circolano con frequenza anche se non sono ben comprese. Una di queste è certamente
“Il regno di Dio” o “il regno dei cieli”. Marco inizia il suo vangelo mettendo
in bocca a Gesù queste parole:
“Gesù andò nella Galilea,
proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: il tempo è compiuto e il regno di Dio
è vicino: convertitevi e credete nel Vangelo!”
La “Buona Notizia” è questa: con la presenza di Gesù chi
viveva nell’attesa di Lui, può fare esperienza, può contemplare il diffondersi
di quell’amore che è di Dio, che è in Dio ma che, attraverso la persona di Gesù
può coinvolgere anche noi.
Il Regno di Dio
è presente nella persona di Gesù.
Il Regno di Dio viene
anche oggi e continuerà sempre, perché continua a compiersi.
Nella vita
terrena non terminiamo mai di entrarvi, accogliendolo sempre di più.
Gesù è Dio che vive l’esistenza umana fino all’estremo, fino al punto massimo
di umanità e di amore. Fino alla morte, l’estremo respiro vitale. L’evangelista
Giovanni introduce l’istituzione della cena con la frase. “Gesù avendo amato i suoi che
erano nel mondo li amò sino alla fine” (Gv. 13) Quell’amare fino alla fine non
significa solo fino all’ultimo respiro di vita, cioè fino a ciò che è nelle
capacità umane. Egli è anche Dio e, quindi, mettendo in atto anche quanto è
nelle sue capacità divine.
Fino alla
risurrezione, l’estremo palpito dell’amore. Gesù ha obbedito alla volontà
vitale e amorosa del Padre: manifestare l’amore infinito, dentro tutte le
situazioni
dell’umana esistenza.
Sapremo mai
immaginarci quanto sia intenso e pieno di vita l’amore che Gesù è venuto a
portare alla nostra povera umanità, incapace di amare a causa delle profonde
ferite prodotte dal peccato?
Tuttavia la
medesima obbedienza ( che è poi conformità ad amare come ama Dio) è richiesta all’essere
umano, che significa proporre ad un uomo di amare in maniera divina! Ciò può
sembrare assurdo, ma la venuta di Gesù tra noi e il vivere nella comunione che
la fede ci permette, rende possibile anche a noi questo amore. Siamo chiamati a
manifestare l’amore in ogni realtà umana, fino all’estremo: nella gioia e nel dolore, nel riposo e nella
fatica, nella malattia e nella salute, nel lavoro e nel disagio sociale, nella vita
e nella morte.
Una persona che
noi oggi definiamo “diversamente abile” che accoglienza trova oggi? sono
davvero riconosciute ed apprezzate le sue “abilità” anche se “altre” rispetto
alle più diffuse e conosciute?
Nella mia
esperienza ho potuto gustare la gioia di
vedere certe persone finalmente riconosciute e accolte, accendere con la loro
vivacità e gioia di vivere degli ambienti familiari e di quartiere piuttosto chiusi e tristi.
Sono lieto di poter esprimere qualche mio pensiero anche da questo sito
Il Regno di Dio ha bisogno di spazio. Soprattutto dentro di noi, nei cuori e
nella loro capacità di amare.
Non ha bisogno
di lasciapassare, passaporti o licenze speciali. Chiunque è in grado di rendere
attuale, concreto e riconoscibile il volto
misterioso di quell’amore che ha davvero diritto di cittadinanza in
tutto il mondo.