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sabato 27 ottobre 2012

La Spes Auser di Ventimiglia e l'integrazione sociale dei diversamente abili

Grazie al nostro infaticabile Federico, colonna portante di questo Blog, riceviamo dal dott. Matteo Lupi, già presidente del CE.S.P.IM, eletto nuovo presidente della Spes Auser di Ventimiglia, questo articolo che molto volentieri inseriamo nel nostro blog. Grazie.




Da pochi giorni sono stato eletto Presidente dell’associazione Spes di Ventimiglia- Per me è stato un onore ricevere l’attestazione di stima e di fiducia dei genitori e dei volontari dell’associazione che hanno deciso di affidare a me questa grande e prestigiosa responsabilità. La Spes è infatti la più grande organizzazione di volontariato del Ponente: nota per il suo impegno a favore dei portatori di handicap. La SPES AUSER è un’Associazione nata nel 1996 su iniziativa di parenti e amici di portatori di handicap. Gestisce due centri diurni socio riabilitativi e una Casa Famiglia “Dopo di Noi”.
Il ruolo delle famiglie nella vita della struttura è essenziale, sia per impedire l’isolamento delle stesse, sia per arricchire l’Associazione.
Le iniziative dell’Associazione sono molto radicate sul territorio del comprensorio ventimigliese, gli interventi sono collegati in rete con le altre realtà della zona e con i servizi competenti, in particolar modo i tecnici dell’ASL 1 soprattutto dell’U.O. Disabili e U.O. Psichiatria.

Nel rivolgermi ai ragazzi della Spes, in occasione dell’assemblea di tutte le famiglie, ho sentito la necessità di ringraziarli per l’affetto sincero che mi hanno manifestato fin dai primi giorni in cui ho iniziato a collaborare con questa grande realtà sociale della nostra Provincia.
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese – Costituzione Italiana, art. 3” Questo è stato e sarà il mio grande riferimento normativo nella gestione dell’associazione.
Stare insieme ai ragazzi, condividere con loro momenti di socializzazione, ma anche socializzare difficoltà è stato motivo di stimolo e rinnovato impegno nel sociale.
Collaboriamo con gli enti pubblici, con soggetti privati e sentiamo fortemente in questa fase di crisi la necessità di supportare le famiglie nelle loro sfide di “sopravvivenza” quotidiana.
E’ nostra intenzione anche tramite questa progettualità creare opportunità di lavoro per soggetti fragili (disabili fisici, psichici e sensoriali e con patologie psichiatriche), promuovendo l’inclusione sociale e lavorativa e privilegiando, parallelamente, iniziative collegate al turismo, allo sviluppo dell’economia locale, della ricreazione, della musica, del tempo libero e della socializzazione.

Matteo Lupi





aSuPsEeSr - Associazione di parenti ed amici di portatori di handicap
) cso Limone Piemonte, 63 - 18039 Ventimiglia (IM)
 & 0184/35.58.00 - Fax 0184/23.78.71


venerdì 26 ottobre 2012

Quando lo smartphone aiuta il disabile di Aldo Domenico Ficara


Riceviamo e ringraziamo l'ing. Aldo Domenico Ficara (insegnante e redattore della

prestigiosa Tecnica della Scuola) che ci ha dato questo post. Grazie.






Secondo uno studio Istat proposto nel 2009 dal titolo "La disabilità in Italia" nel nostro Paese ci

sono oltre 2.500.000 persone con disabilità e difficoltà motorie, mentre i numeri si fanno più

alti se si considerano tutti gli over 65, persone sempre più esposte alle difficoltà rappresentate

dalle barriere architettoniche.

Per ovviare a tali difficoltà può venirci incontro l’innovazione tecnologica, sotto le spoglie della

telefonia mobile.

Si chiama EasyWay, a lanciarla è Vodafone, ed è un'applicazione gratuita per smartphone,

dedicata sia a persone con difficoltà motorie che ai loro accompagnatori che si muovono in città 


con il passeggino, per segnalare in tempo reale il grado di accessibilità dei luoghi pubblici come

negozi, musei, ristoranti, alberghi e uffici.

Questa applicazione può risultare utile anche agli studenti disabili per rendere note tutte le

barriere architettoniche presenti nelle nostre scuole.

I dati, che saranno inseriti nella banca dati di EasyWay, verranno messi a disposizione di tutti

quei soggetti interessati ad avere informazioni sull’ accessibilità dei luoghi pubblici, come ad

esempio parcheggi dedicati,servizi igienici per disabili e strutture scolastiche.

Per quanto detto EasyWay rappresenta un esempio concreto delle potenzialità sociali della

telefonia mobile, che oggi ha raggiunto un livello di diffusione e di evoluzione dei servizi tali da

consentire un suo efficace utilizzo per migliorare la vita delle persone disabili.

L'applicazione, realizzata con il contributo di Fish, la Federazione Italiana per il Superamento

dell'Handicap, è una risposta semplice ed innovativa ad un problema che caratterizza le

nostre città sempre più condizionate dalle numerose barriere architettoniche mai rimosse.

Un importante passo in avanti nella direzione di aiutare l'indipendenza, l'autonomia e

l'inclusione sociale di tutte le persone con difficoltà motorie.


(Aldo Domenico Ficara)





Dalla Consulta regionale dell'handicap

Riceviamo dalla Consulta Regionale ringraziando per la paziente attesa, questo contributo per il nostro blog da parte del Presidente Giacomo Piombo e della Prof.ssa Silvana Benzi che ringraziamo.







































- Servizi per i casi più gravi ( assistenza domiciliare, case-famiglia, residenzialità )
- Barriere architettoniche 
- Il "dopo di noi", per chi si ritrova senza genitori 

LA COMMISSIONE SCUOLA
La Commissione Scuola offre consulenze a genitori, docenti,  elabora uno studio-proposta di delibera per l'inserimento dei ragazzi disabili nelle scuole. Altri interventi per la scuola curati dai Gruppi di Lavoro: monitoraggio delle barriere architettoniche; attivazione di un gruppo di lavoro di insegnanti sensibili ai problemi dell'handicap; studio-proposta, per la delibera dell'Accordo di Programma, del PEI  che prende in considerazione l'individuo, dall'infanzia all'inserimento lavorativo, partecipazione ai GLSH delle Scuole in qualità di esperti, organizza convegni e iniziative legate alla scuola ed ai problemi ad essa connessi.

Iniziative della consulta
- Convegni 
- Aggiornamenti documentazione handicap 
- Conferenze 
- Commissioni 
- Gruppi di studio 
- Sportelli

IL DOCENTE PER LE ATTIVITA’ DI  SOSTEGNO
_ È un insegnante specializzato con l’obiettivo di garantire le attività di sostegno alle classi nelle quali è inserito un alunno disabile, diventando così contitolare della classe,  _ Concorre al successo dell’integrazione in classe garantendo la realizzazione del Piano Educativo Individualizzato, curando la documentazione, assumendo la corresponsabilità delle attività didattiche della classe e favorendo la diffusione della cultura dell’integrazione della scuola
 Il ruolo dell'insegnante di sostegno
L'insegnante di sostegno ha le seguenti competenze:
a. conoscenze generali relative alla situazione di handicap;
b. competenze relazionali; sapere lavorare in team con gli altri operatori; facilitare il lavoro di rete tra operatori scolastici, extrascolastici, famiglie; svolgere attività di tutore e compresenza in classe;
c. competenze disciplinari relativamente alla propria area di nomina;
d. competenze metodologiche;
e. competenze teoriche e applicative di contenuti.

Disposizioni / Adempimenti
a. assume la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui opera;
b. partecipa alla stesura di tutti i documenti e progetti per l'integrazione;
c. partecipa a pieno titolo alle operazioni di valutazione con diritto di voto per tutti gli alunni della classe.

Tutti i docenti della classe sono parimenti responsabili del percorso educativo e formativo dell’alunno disabile, così come di ogni altro allievo.  Essi concorrono a promuovere il processo formativo dell’alunno disabile, sia in presenza che in assenza del docente di sostegno, con il quale progettano, realizzano e verificano i percorsi di integrazione.  












sabato 13 ottobre 2012

A che punto siamo con l'inclusione scolastica a fine 2012? di Salvatore Nocera


Siamo onorati di ricevere il primo post con cui apriamo il nostro blog e ringraziamo l’avvocato Salvatore Nocera: per il post e soprattutto per tutto quello che fa per il mondo dell'handicap:

Sia pur con ritado, Vi allego il mio intervento. riducetelo liberamente se Vi sembra troppo lungo.
Cordiali saluti ed auguri per il Vostro nuovo lavoro.
Salvatore Nocera


A CHE PUNTO SIAMO CON L’INCLUSIONE SCOLASTICA A FINE 2012?

DI SALVATORE NOCERA

Vicepresidente nazionale della F I S H , Federazione italiana per il superamento dell’handicap

I dati numerici


            A chi vuole indagare il fenomeno si presenta in crescita numerica ma, a mio avviso, in decrescita qualitativa e culturale.Siamo ormai arrivati ad oltre centonovantaseimila alunni frequentanti le scuole statali, cui si aggiungono circa diecimila frequentati le scuole paritarie e circa quindicimila frequentanti l’università.E’ inoltre da tener presente che  di questi circa quindicimila sono studenti stranieri con disabilità.Gli insegnanti per le attività di sostegno sono  quasi centomila e numerose decine di migliaia sono gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione assegnati dagli Enti locali; a questi si aggiungono alcune migliaia di incarichi assegnati ai collaboratori scolastici per l’assistenza igienica degli alunni con disabilità più gravi.
            La normativa nazionale e regionale rimane sempre ad alti livelli di formulazione dei diritti, rafforzati dalla costante attenzione della Magistratura, anche costituzionale e dall’entrata in vigore della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con l.n. 18/09.

Le contraddizioni indotte

            A fronte di questi dati incoraggianti però si debbono rilevare alcune situazioni che stanno seriamente modificando  il modello italiano di inclusione, dovute soprattutto ai crescenti tagli alla spesa sociale. Tali tagli stanno anche determinando un notevole cambiamento culturale nelle famiglie e negli operatori, specie scolastici che offuscano il disegno che a partire dalla fine degli Anni Sessanta e sino alla fine degli Anni Novanta  si era venuto realizzando in Italia.
            Infatti i crescenti tagli alla spesa pubblica  e le coeve riforme Moratti( 2003 ), Fioroni( 2007)   e Gelmini ( 2008 e seguenti  )  hanno determinato un sovraffollamento  pauroso nelle classi. Conseguentemente i docenti curricolari , anche se l’avessero voluto, non hanno più potuto occuparsi degli alunni con disabilità, come invece è avvenuto fin dalle origini, e gli alunni, specie quelli con maggiori difficoltà, sono stati emarginati in classe o mandati fuori della classe con assistenti e bidelli. A ciò hanno reagito le famiglie con   ricorsi sempre crescenti alla Magistratura, la quale ha in modo ineccepibile enucleato il diritto allo studio degli alunni con disabilità come diritto costituzionalmente fgarantito e non comprimibile per soli motivi di  tagli ai builanci.In tal senso è illuminante la Sentenza della Corte costituzionale n. 80/10 della Corte costituzionale.
            Però la  “ via giudiziale all’inclusione scolasticva “ ha prodotto degli effetti indotti non voluti e fortemente distorsivi. Infatti le famiglie, abbandonate dai docenti curricolari, hanno richiesto ed ottenuto un sempre maggiore numero di ore di sostegno per i propri figlioli, talora sottraendoli agli altri, sino addirittura a pervenire ad alcune pronunce che assegnano le ore di sostegno per tutta la durata dell’orario scolastico.
            Tutto ciò ha provocato un continuo allontanamento dei docenti curricolari dalla formazione per l’inclusione scolastica ( come era invece avvenuta nei  primi Anni Settanta, quando non esistevano ancora gli insegnanti per il sostegno ,  e negli Anni  Ottanta-Novanta   , quando si rinnovarono i corsi di specializzazione  e di aggiornamento  specie per l’inclusione nelle scuole superiori  con la Sentenza della Corte cost. n. 215/87).Ciò ha determinato una crescente delega dell’inclusione ai soli docenti per il sostegno che a sua volta ha incrementato una  sempre maggiore  richiesta di ore di sostegno sia da parte delle famiglie sia da parte delle scuole con impressionante crescita sia delle certificazioni di disabilità, sia di sentenze che assegnavano crescenti numeri di ore di sostegno.Ma questa crescita spropositata delle ore di sostegno , esplosa a partire dall’inizio degli Anni Duemila è divenuta inarrestabile con l’introduzione dei Patti di stabilità , formalizzati in modo rigidissimo con l’art 64 della L.n. 133/08, che rende personalmente responsabili Dirigenti scolastici , degli uffici scolastici regionali e ministeriali dello sforamento dei baget fissati annualmente.La conseguenza è stata  un incremento dei ricorsi giurisdizionali; infatti i Dirigenti, non potendo sforare i baget loro assegnati per le  ore di sostegno, erano costretti a cedere solo in presenza di una sentenza che aumenta il numero delle ore di sostegno.Ragione per la quale addirittura Dirigenti disponibili ad aumentare le ore per evidenti esigenze didattiche, si augurano , per venire incontro alle giuste richieste delle famiglie, che queste promuovano azioni giudiziarie.Tali azioni sono notevolmente agevolate da una visione fondamentalmente medica del processo di inclusione. Infatti gli avvocati per avere maggiori probabilità di successo hanno basato la richiesta delle ore  in più non su esigenze didattiche, di difficile prova, ma su esigenze di salute, trattandosi di alunni  che , come stabilisce l’art 3 comma 1 l.n. 104/92,” hanno  una minorazione stabilizzata o progressiva “.                    Quindi l’inclusione ormai sempre meno si basa sui progetti didattici e sempre più sulle diagnosi cliniche; questo è lo snaturamento maggiore che la cultura dell’inclusione ha subito  e non si vedono a breve possibili correzioni, dal momento che tali  nuovi orientamenti culturali indotti dalla logica dei procedimenti giurisdizionali  sta divenendo cultura corrente tra le famiglie e , in modo più preoccupante, tra i  Dirigenti scolastici ed i docenti.

Proposte per ritornare alla cultura delle origini
            Mario Tortello, fondatore della Rivista  torinese Handicap & scuola, purtroppo prematuramente scomparso, soleva dire “ in presenza di tali derive sanitarie  riprendiamoci la pedagogia”.Ed è da qui che bisogna ripartire e conseguentemente ristabilire le condizioni per le quali la pedagogia torni ad essere la linfa ispiratrice del rilancio della qualità dell’inclusione scolastica in Italia. Le associazioni, specie quelle aderenti alla F I S H,  da tempo hanno avanzate al Ministero dell’Istruzione alcune proposte che qui sintetizzo.
a) -       E’ ibndispensabile che le classi frequentate da alunni con disabilità abbiano un numero non elevato di alunni. Si era ottenuto nel ’99 il d m n. 141 che fissava a 20 il tetto massimo di alunni in una classe ove era presente un alunno con grave disabilità ed  a 25 quello in presenza di un alunno con  disabilità lieve. La riforma Gelmini ha abrogato tale norma e le associazioni hanno ottenuto  solo l’art 5 comma 2  del dpr n. 81/09 nel quale si stabilisce che “ di norma “      le classi iniziali ( e per logica quelle successive )frequentate da alunni con disabilità “possono essere composte da 20 alunni.Le associazioni allora si sono appellate all’art 4 steddo dpr che consente in via eccezionale di superare tale tetto del 10% e cioè di 2 unità; e quindi si è trasformato il “ possono in debbono “;  però non si è ancora ottenuta una norma precisa sul numero massimo di alunni con disabilità presenti; la c m n. 61/2012 invita i Dirigenti scolastici a non superare il numero di 20 alunni in presenza di un alunno con grave disabilità o due con disabilità non grave. E’ però un invito e probabilmente, stavolta ci si rivolgerà alla Magistratura perché chiarisca anche questo fondamentale aspetto del diritto allo studio degli alunni con disabilità.    
            V ) – Gli insegnanti curricolari debbono tornare ad essere il soggetto cui affidare fondamentalmente la presa in carico del progetto di inclusione, purchè siano messi in condizione di farlo. La prima condizione è avere classi non numerose e ciò è adesso possibile.
            La seconda e fondamentale condizione è che abbiano unba formazione iniziale ed ovvligatoria in serivizio sulla didattica dell’inclusione .Quanto alla formazione iniziale le associazioni sono in parte riuscite ad ottenere l’obbligo di 31 crediti universitari formativ, pari a circa un semestre però per i soli docenti della scuola dell’infanzia e primnaria ( d m n. 249/10 art 13 ); per quelli di scuola secondaria solo sei crediti,che si chiede fortemente vengano portati alla pari con gli altri. Per la formazione  obbligatoria in servizio, specie per conoscere i problemi educativi degli alunni con disabilità  che di anno in anno si trovano in classe, ancora si brancola nel buio.
            c) – la terza condizione indispensabile è la continuità di docenti per il sostegno. Purtroppo tale condizione oggi è quasi inesistente a causa delle norme di stato giuridico dei docenti. Infatti i docenti di  sostegno  di ruolo possono lasciare con un trasferimento la classe dopo massimo cinque anni ( talora ridotti a tre se hanno frequentato un corso di specializzazione durante il servizio); quelli precari sono soggetti annualmente a cambiare sede con gravissime conseguenze specie per gli alunni con disabilità intellettive che richiedono molto tempo per trovare una buona sintonia  coi docenti.Su questo aspetto le associazioni hanno formulato  diverse proposte dall’aumento degli anni di permanenza sul sostegno per i docenti di ruolo ad una maggiore durata degli attuali incarichi annuali  per i precari, sino a pervenire alla richiesta di costituzione di un’apposita classe di concorso di sostegno, che quindi venga seguita da docenti che fanno una ben precisa scelta professionale.
            D) - A queste condizioni si aggiungono altre esterne alla scuola, come la garanzia dei trasporti gratuiti, l’eliminazione delle barriere architettoniche e senso percettive che purtroppo ancora interessa circa il 50% delle scuole,la presenza di assistenti per l’autonomia e la comunicazione forniti dagli Enti locali, che però spesso difettano per numero e per formazione, specie a causa dei recenti tagli alla spesa degli stessi.
E) – Ma la condizione di fondo rimane pur sempre il cambiamento culturale che rimetta al centro dei problemi l’aspetto pedagogico. Se non si recupera il senso del valore didattico dell’inclusione sia da parte dei Dirigenti scolastici , dei docenti e delle famiglie le altre imprescindibili condizioni non riusciranno a realizzarsi.
            E’ inutile nasconderselo; si è perduta la spinta propulsiva della fine degli Anni Sessanta primi Anni Settanta; l’inclusione in buona parte è sentita come non più un’occasione di rinnovamento della didattica e della scuola, ma come un fatto burocratico di mero rispetto formale delle norme; non è più sentito come una conquista corale di una comunità che si rinnova, ma come l’attuazione di un diritto egoistico da parte delle famiglie e di un peso da parte dei docenti.
            Ovviamente non tutti i docenti e non tutte le famiglie la pensano così; specie i docenti delle scuole  dell’infanzia e primarie    e alcune famiglie educate dalle associazioni credono alla necessità di unire tutte le forze per migliorare la scuola e con essa la qualità dell’inclusione; però la maggioranza non è ancora stata contaggiata da questa sete di cambiamento radicale e quindi non si impegna a sostegno delle minoranze che invece lavorano quotidianamente per questo rinnovamento.
            Senza questo recupero di coscienza corale da parte della società sarà difficile o almeno molto faticoso far breccia nella classe politica che dovrà emanare le norme necessarie a questi cambiamenti. Siamo in pochi che crediamo in ciò; dovviamo fare proseliti. E’ una questione di fede laica nella dignità delle persone umane, specie quelle più deboli.
            Certo le condizioni finanziarie non ci aiutano e quelle di morale pubblica di parte significativa della classe politica  ci ostacola.
            Però, come ci disse Sergio Neri prima di lasciarci “ andate avanti voi che ci credete  “. Sono certo che cammin facendo il nostro gruppo si ingrosserà in tutto il Paese.

venerdì 12 ottobre 2012

Il piano del Blog per l'a.s. 2012/2013



La linea editoriale del Blog “A chiare lettere” per l’a.s. 2012/2013 
(approvata dal gruppo h il 15 ottobre 2012)

        Cari amici, abbiamo aperto questo blog come progetto didattico approvato dal Collegio dei Docenti.  

Il progetto didattico ci serve per discutere, per riflettere, per confrontarci, sulle tematiche dell’handicap, dell’inserimento e dell’integrazione scolastica, e di tutto quello che riguarda il mondo dello svantaggio e della deprivazione culturale e sociale, a cui la Scuola è chiamata spesso a dare delle risposte.

      Non si tratta di una testata giornalistica, ma di un progetto didattico che ha la velleità di contribuire all’integrazione scolastica e all’inserimento e alla motivazione degli allievi anche diversabili, anche attraverso la eventuale partecipazione diretta all’iniziativa.
      
Il blog è gestito dal gruppo h dell’ISISS Fermi-Polo-Montale, amministratore pro-tempore è il prof. Giancarlo Memmo (responsabile e referente del progetto), mentre come collaboratore indispensabile di redazione nonchè freelancer abbiamo l’alunno Federico Di Caro dell’IPC Marco Polo che ringraziamo.

Il Piano editoriale o calendario di massima delle pubblicazioni una tantum è:


  1. Primo post dell’avvocato Salvatore Nocera, vicario F.I.S.H., Federazione Italiana Superamento dell’Handicap, conoscitore delle normative scolastiche e dell’integrazione, il post che ci ha promesso dovrebbe avere carattere e respiro “nazionale”;
  2. Secondo post, sul tema dell’handicap e dell’integrazione nella scuola in provincia di Imperia, sarà ad opera della dott.ssa Franca Rambaldi, dirigente dell’Ufficio di Ambito Territoriale (ex Provveditorato);
  3. Abbiamo chiesto al Presidente della Consulta Regionale sull’Handicap della Liguria, sig. Giacomo Piombo e alla prof. Silvana Benzi della consulta ligure, un post sull’integrazione scolastica vista dall’ottica dell’osservatorio regionale (il ruolo di consueling della consulta per gli insegnanti di sostegno e le famiglie),
  4. Don Daniele Bisato Parroco della Chiesa di S. Agostino di Ventimiglia, pubblicherà un post sull’handicap e l’insegnamento pastorale della Chiesa Cattolica;
  5. L’ing.Aldo Ficara, insegnante e redattore della Tecnica della Scuola, pubblicherà un post sul tema integrazione, handicap e tecnologia;
  6. Abbiamo intenzione di chiedere un contributo di riflessione sulle tematiche dell’accoglienza extrascolastica  anche al presidente della Spes Auser di Ventimiglia, sig. Matteo Lupi e agli operatori dell’ISAH di Ventimiglia;
  7. Chiederemo al nostro Preside reggente, prof. Tommaso Berruti, una video intervista sulle tematiche dell’integrazione scolastica nei nostri istituti di Ventimiglia e Bordighera e nella scuola primaria di Ceriale-Albenga dove è titolare;
  8. Seguiranno i contributi dei docenti curricolari e del gruppo h della scuola e ovviamente anche dei docenti e degli educatori di altre realtà;
  9. Non possono mancare i post e i contributi degli operatori socio-sanitari, a tale proposito abbiamo prenotato un post per la dott.ssa Anna Ricelli dell’ASL1 di Imperia membro del nostro gruppo h, sulle tematiche della certificazione handicap per la scuola alla luce dei nuovi orientamenti e siamo in contatto per la definizione di un intervento della dott.ssa Nicoletta Squartini, operatrice del Don Gnocchi di Milano, sulle tematiche della riabilitazione e assistenza;
  10. Infine, come posizione cronologica ma non certo per ordine di importanza, ci aspettiamo i contributi di riflessione dei genitori e delle famiglie della scuola e degli alunni.


    Il progetto è aperto alle riflessioni e a tutti i contributi, ringraziamo sinceramente…direi di cuore, tutti coloro che vorranno dedicarci, attraverso i loro scritti che vogliamo “a chiare lettere”,  un po’ del loro tempo per riflettere e farci riflettere.

Grazie!

Federico Di Caro (collaboratore-redattore freelancer), 
Giancarlo Memmo (responsabile del progetto e Amministratore pro-tempore), 
Il Gruppo h di Istituto

lunedì 1 ottobre 2012

La diversità come ricchezza...............................................................

e....................................la solidarietà.



BENVENUTI NEL NOSTRO BLOG :-)