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lunedì 5 novembre 2012

FARE SPAZIO AL REGNO di Don Daniele Bisato (Parroco di S.Agostino di Ventimiglia)


Riceviamo e siamo lieti di pubblicarlo nel nostro blog, il contributo di Fede di Don Daniele Bisato, parroco della Chiesa di S.Agostino di Ventimiglia. ... grazie a nome della redazione.
Federico Di Caro

Ci sono certe espressioni che nella mente di un credente circolano con frequenza anche se non sono ben comprese. Una di queste è certamente “Il regno di Dio” o “il regno dei cieli”. Marco inizia il suo vangelo mettendo in bocca a Gesù queste parole:
“Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete nel Vangelo!”
La “Buona Notizia” è questa: con la presenza di Gesù chi viveva nell’attesa di Lui, può fare esperienza, può contemplare il diffondersi di quell’amore che è di Dio, che è in Dio ma che, attraverso la persona di Gesù può coinvolgere anche noi.

Il Regno di Dio è presente nella persona di Gesù.
Il Regno di Dio viene anche oggi e continuerà sempre, perché continua a compiersi.
Nella vita terrena non terminiamo mai di entrarvi, accogliendolo sempre di più. 

Gesù è Dio che vive l’esistenza umana fino all’estremo, fino al punto massimo di umanità e di amore. Fino alla morte, l’estremo respiro vitale. L’evangelista Giovanni introduce l’istituzione della cena  con la frase. “Gesù avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine” (Gv. 13) Quell’amare fino alla fine non significa solo fino all’ultimo respiro di vita, cioè fino a ciò che è nelle capacità umane. Egli è anche Dio e, quindi, mettendo in atto anche quanto è nelle sue capacità divine.

Fino alla risurrezione, l’estremo palpito dell’amore. Gesù ha obbedito alla volontà vitale e amorosa del Padre: manifestare l’amore infinito, dentro tutte le situazioni
dell’umana esistenza.
Sapremo mai immaginarci quanto sia intenso e pieno di vita l’amore che Gesù è venuto a portare alla nostra povera umanità, incapace di amare a causa delle profonde ferite prodotte dal peccato?
Tuttavia la medesima obbedienza ( che è poi conformità ad amare come ama Dio) è richiesta all’essere umano, che significa proporre ad un uomo di amare in maniera divina! Ciò può sembrare assurdo, ma la venuta di Gesù tra noi e il vivere nella comunione che la fede ci permette, rende possibile anche a noi questo amore. Siamo chiamati a manifestare l’amore in ogni realtà umana, fino all’estremo:  nella gioia e nel dolore, nel riposo e nella fatica, nella malattia e nella salute, nel lavoro e nel disagio sociale, nella vita e nella morte.
Una persona che noi oggi definiamo “diversamente abile” che accoglienza trova oggi? sono davvero riconosciute ed apprezzate le sue “abilità” anche se “altre” rispetto alle più diffuse e conosciute?
Nella mia esperienza ho potuto gustare la gioia di vedere certe persone finalmente riconosciute e accolte, accendere con la loro vivacità e gioia di vivere degli ambienti familiari e di quartiere  piuttosto chiusi e tristi.
Sono lieto di poter esprimere qualche mio pensiero anche da questo sito
Il Regno di Dio ha bisogno di spazio. Soprattutto dentro di noi, nei cuori e nella loro capacità di amare.
Non ha bisogno di lasciapassare, passaporti o licenze speciali. Chiunque è in grado di rendere attuale, concreto e riconoscibile il volto  misterioso di quell’amore che ha davvero diritto di cittadinanza in tutto il mondo.

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